La geografia dell’origine e diffusione del #riso ha trovato precise conferme cronologiche negli scavi archeologici condotti nei villaggi preistorici e protostorici di molte regioni dell’Asia. I più antichi resti di riso coltivato sono stati trovati nella Cina orientale e nell’India nord-orientale e risalgono a oltre 7.000 anni fa ma il mondo classico mediterraneo conobbe il riso orientale solo dopo la conquista dell’Asia da parte di Alessandro Magno, prima ‘tappa’ fu l’Egitto. Si deve alla colonizzazione araba il trasferimento della coltivazione del riso dall’Egitto alla Spagna, probabilmente poco dopo il 1000 d.C. In Italia solo nel 1468 fu inaugurata la prima #risaia, mentre il primo documento che ne dimostra la coltivazione risale al 1475 ed è una lettera di Galeazzo Maria Sforza. Le prime testimonianze di coltivazione del riso nelle terre dei Gonzaga risalgono probabilmente a un periodo antecedente il governo di Federico II (1500-1540). Con l’avvio della coltivazione in Lombardia, il riso, da prodotto di uso esclusivo degli speziali, divenne un elemento dell’alimentazione dei Lombardi. Dalla Lombardia la coltivazione del riso si estese con rapidità a tutte le zone paludose della Pianura Padana e successivamente si diffuse anche in Emilia e in Toscana e nel resto della Penisola.
Il #maiale è prezioso per la sua carne che è un alimento nutriente, ricco di vitamine e sali minerali. Le tecniche di conservazione, hanno assunto progressivamente una grande importanza e si sono affinate sempre di più. La carne di maiale, infatti, si presta meglio delle altre a essere immagazzinata per i mesi a venire. Fondamentale diviene quindi nel corso del tempo la salagione, affiancata e integrata da altre tecniche come l’affumicatura o l’insaccamento. Le parti magre del maiale sono facilmente digeribili e possono essere separate senza difficoltà dal grasso. Alcuni pezzi di carne vengono preparati freschi: arrosti, bistecche, lombate, costine e braciole, mentre dalle cosce, la parte più pregiata, si ricavano i prosciutti. Altri pezzi di carne vengono usati per preparare insaccati, i piedi si possono cucinare lessati o possono essere utilizzati per lo zampone. Anche le cotenne o cotiche possono essere usate per gli insaccati o cucinate nei piatti regionali. Con le setole si fanno pennelli e spazzole e con la pelle si può produrre il cuoio; inoltre alcune valvole del suo cuore sono utilizzate nei trapianti dell’uomo. Del maiale non si butta via proprio nulla, eppure, nei Paesi Arabi è proibito l’uso di questa carne: il Corano dispone che si possa mangiare rispettando rigidi rituali di macellazione, soltanto carne di ruminanti, volatili e non animali con unghie bipartite come il maiale. #video
I #pesci che ancora sopravvivono nelle nostre acque sono quelli che non vivono sul fondo: il Cavasìn (Cavedano), il Barbo, la Scardola, il pesìn, cioè il pesce piccolo, come l’Alborella e il Vairone, il gòb o Gobbo (Carpa), il bòlbar (Carpa reale), che è più allungata rispetto alle altre carpe, perché vive nell’acqua corrente. La #carpa in particolar modo viene dall’Estremo Oriente, non si sa con esattezza quando fu introdotta in Europa, e ha diversi significati. Una leggenda narra, infatti, che una carpa riuscì a risalire la cascata situata sulla Porta del Drago, lungo il Fiume Giallo, superando ostacoli e spiriti malvagi e gli dei, impressionati da tanto coraggio, la trasformarono in un grande drago. Sotto forma di drago essa è immortale, simbolo di chi aspira a compiere grandi imprese senza temere di affrontare le avversità della vita e anche di virilità. Per tali motivi, in Giappone a Maggio, nel giorno della festa dedicata ai bambini, si appendono carpe, di carta o tessuto, in cima a un palo o sui tetti. Sempre in Giappone, inoltre, la nascita di un figlio maschio è segnalata con una grande carpa di carta rossa, che sventola sulla porta di casa.
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